Parwiz Mosamim ha rappresentato l'USI al SAR 2024 Global Congress

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Servizio comunicazione istituzionale

5 Luglio 2024

Il SAR 2024 Global Congress si è tenuto dal 25 al 27 giugno a Vilnius, in Lituania, in collaborazione con la European Humanities University (EHU). I congressi annuali sono i più importanti eventi di networking della SAR. Quest'anno, oltre 200 partecipanti, tra cui importanti studiosi, sostenitori, studenti e professionisti provenienti da quasi 60 Paesi, si sono riuniti per rivisitare temi legati alla libertà accademica e ai valori ad essa correlati, imparare gli uni dagli altri e contribuire a definire l'agenda della SAR per i prossimi anni.

Il tema principale del SAR 2024 Global Congress è stato "Conoscenza sostenibile: Lezioni dalle università, dagli studiosi e dagli studenti in esilio". Il congresso ha cercato di raccogliere le esperienze delle popolazioni accademiche costrette all'esilio da disordini politici, repressioni, disastri e conflitti, dall'Afghanistan all'Ucraina, dalla Bielorussia al Myanmar, dalla Turchia al Sudan, dal Nicaragua a Israele/Palestina e oltre.

I partecipanti si sono confrontati su una vasta gamma di argomenti che comprendevano la sicurezza, la definizione di ruoli accademici per gli studiosi e gli studenti a rischio, il ruolo delle istituzioni nel proteggerli e nell'aiutarli a condurre le loro ricerche in modo libero ed efficace. La varietà degli argomenti trattati, tra cui sfruttare al meglio un tirocinio, orientarsi nel mercato del lavoro accademico (avanzato), scrivere e richiedere borse di ricerca, fare rete, costruire una comunità, pianificare la transizione e il benessere mentale nella transizione, ha arricchito le conoscenze e la comprensione di tutti i partecipanti.

La SAR Svizzera, e l'USI in particolare, ha avuto una paresenza visibile e significativa al congresso. Parwiz Mosamim, ospitato come primo USI scholar at risk nel 2021, ora ricercatore di dottorato presso l'Istituto di comunicazione e politiche pubbliche sotto la supervisione del Prof. Jean-Patrick Villeneuve, ha partecipato in veste di relatore.

Parwiz ha partecipato alla tavola rotonda "Il coraggio di pensare", moderata da Roger Pfister dell'Swiss Academies of Arts and Sciences ed ex presidente della SAR Svizzera. Mosamim ha affrontato la situazione della ricerca, della libertà accademica e dell'istruzione superiore sotto i Talebani in Afghanistan, in particolare quella delle donne e del giornalismo, e il suo progetto di ricerca sulla rappresentanza femminile nel sistema di amministrazione pubblica del governo afghano.

"In Afghanistan, i Talebani hanno praticamente eliminato la libertà accademica. Dopo l'agosto 2021, molti studiosi e intellettuali afghani hanno lasciato il Paese. Quelli che sono rimasti devono affrontare gravi restrizioni da parte dei Talebani. Ad esempio, viene detto/ordinato loro cosa insegnare e cosa no. Inoltre, gli studiosi e i ricercatori afghani all'interno del Paese non possono condurre liberamente i loro progetti di ricerca, in particolare quelli che criticano direttamente o indirettamente le politiche del regime. Alle studentesse al di sopra della prima media non è permesso andare a scuola, e anche le porte dell'università sono chiuse per loro."

Parwiz ha aggiunto che quella dei talebani è una politica di "apartheid di genere" che esclude le ragazze e le donne dai loro diritti fondamentali, tra cui il diritto all'istruzione e al lavoro. Secondo il suo punto di vista, le severe politiche attuate dai Talebani sono contrarie a tutte le leggi internazionali sui diritti umani e alla libertà accademica.

"Alcuni docenti universitari e attivisti della società civile (in particolare le donne che protestano), sono stati puniti con la prigione per aver criticato le politiche sbagliate del regime, in particolare per quanto riguarda le restrizioni all'istruzione e i diritti delle donne."

Parwiz Mosamim ha sottolineato che l'Afghanistan non avrà un governo legittimato, inclusivo e diversificato finché gli interessi di tutti i gruppi sociali, in particolare delle donne, non si rispecchieranno nel sistema della pubblica amministrazione. Pertanto, ritiene che la sua ricerca sia importante per ricostruire un futuro sistema di pubblica amministrazione inclusivo, diversificato e legittimo del Paese. Ciò sarà possibile quando l'attuale politica di apartheid di genere sarà eliminata sotto i Talebani.

Infine, Parwiz ha ringraziato la Scholars at Risk Network, SAR Svizzera, FNS, ETH Zurigo e USI per il loro sostegno durante la sua attuale carriera accademica. Ha inoltre auspicato che gli studiosi a rischio ospitati dalle istituzioni accademiche e dai Paesi siano maggiormente tutelati per quanto riguarda la ricerca di un lavoro e l'estensione del visto/permesso di soggiorno.

"L'USI non è stata solo un luogo accademico per me, ma più che altro una casa dove ho trovato persone meravigliose, gentili e solidali. La mia attuale affiliazione accademica mi ha aiutato a costruire una rete di contatti più ampia, a partecipare a diversi corsi come assistente, a prendere parte a varie conferenze accademiche internazionali, a partecipare ad alcune conferenze sull'Afghanistan e a pubblicare articoli accademici su riviste di alto livello. La maggior parte di questi risultati sarebbe stata impossibile senza il costante sostegno e la fiducia del mio supervisore di dottorato (Prof. Jean-Patrick Villeneuve) e dei miei colleghi dell'USI."

Maggiori informazioni sul programma Scholars at Risk, coordinato dal Servizio relazioni internazionali e Mobilità, al link: https://www.usi.ch/it/universita/info/relint/relazioni-internazionali/altre-iniziative